30 Ottobre 2024

🚀 “Parole di Management”: l’articolo su COSMO in anteprima

Riportiamo l’articolo che potete trovare sul quotidiano “Parole di Management”, una delle testate che è stata invitata alla presentazione in anteprima della release di COSMO, che avverrà il 31 ottobre all’HR Innovation Forum di Bologna.

L’Intelligenza Artificiale (AI) non fa più paura. Lo dimostrano (anche) i dati di una ricerca promossa da Futureberry che ha indagato come la nuova tecnologia trasformerà le competenze, ma pure quali sono le aspettative e i modelli organizzativi del mondo del lavoro, della formazione e dell’università. E è stato partendo da questi dati che la società di consulenza che supporta le aziende nei percorsi di trasformazione, innovazione e cambiamento organizzativo, ha ideato Cosmo, un innovativo strumento di formazione basato sull’AI Generativa: “È una pionieristica accademia digitale alimentata da un modello di AI Gen proprietario; crea percorsi di apprendimento personalizzati e su richiesta promuove l’empowerment e l’auto-sviluppo”, l’ha definita Dino Torrisi, CEO di Futureberry alla presentazione della soluzione alla stampa, alla quale Parole di Management ha potuto assistere in anteprima con altre due testate giornalistiche.

Ma andiamo con ordine, perché il lancio della piattaforma di training ha fatto seguito ai risultati dello studio sull’AI condotto e strutturato da Maria Vidi, ricercatrice, psicologa e docente in diversi istituti universitari che ha coinvolto studenti universitari e lavoratori tra i 20 e i 30 anni (il panel è stato equamente diviso tra Nord, Sud, Centro e genere), potenziali utenti di Cosmo. Contrariamente a quanto si pensi, l’AI è risultata familiare all’82% del campione e per la maggior parte dei giovani interpellati la tecnologia rimanda a “tratti positivi” (57%), come “innovazione”, “futuro” e “progresso”; nettamente limitato il dato legato ai “tratti negativi” (12%) e al “rischio” (2%). Il 16%, invece, ha fatto un rimando agli “strumenti”, dove la fa da padrone ChatGtp, come soluzione nettamente più conosciuta (giusto per un confronto: il tool di OpenAI è al 14% contro Alexa, la seconda più nota, ferma allo 0,3%).

Per la fascia di popolazione 20-30 anni, inoltre, l’AI si lega a termini come “potenzialità”, “sviluppo”, “cambiamento” e “opportunità”. Rispetto alle attività da svolgere, il campione sostiene che “è utile in alcuni campi innovativi” (54%), “migliora l’efficienza di alcuni processi lavorativi” (45%), “permette nuove modalità di apprendimento” (42%) e “facilita lo studio e la formazione” (40%). Di contro, sono stati anche evidenziati i punti di debolezza della tecnologia: “Fa insorgere nuovi rischi per la privacy” (27%), “sostituisce il lavoro umano” (23%), “fa perdere posti di lavoro” (21%), “crea dipendenza e fa perdere capacità umane” (21%).

L’AI è l’alleato anche per la formazione

La ricerca di Futureberry ha anche indagato la fruizione dell’AI: è emerso che il 79% degli intervistati ha avuto esperienze dirette con la tecnologia e il livello di soddisfazione è molto alto (7,5 su una scala di 10, con il 45% che ha assegnato un voto tra 8 e 10). Gli ambiti di applicazione sono stati “lavoro” e “studio”, ma pure “divertimento” e “curiosità”, a conferma che siamo ancora in una fase sperimentale dell’AI. Particolarmente interessante è il dato relativo all’uso della tecnologia: se è chiaro che gli studenti ne facciano ampio utilizzo (74%), sorprende che valga anche per i lavoratori (36%).

A fronte di tutti questi dati e premesse, anche l’impatto dell’AI risulta ridimensionato rispetto a quanto le tradizionali narrazioni ci stanno facendo credere. Appena il 16% degli intervistati ritiene che l’AI abbia un impatto negativo sulla formazione e solo il 28% ne parla in modo negativo in merito al mercato del lavoro (un po’ più alte le percentuali rispetto a “etica e privacy”, perché si tratta chiaramente di una questione ancora aperta).

Non sorprende allora che il 73% dei giovani si senta pronto per affrontare le sfide e le opportunità poste dall’AI nel mondo del lavoro, anche se è chiaro che ci sia una rinnovata attenzione rispetto alle competenze da sviluppare. In cima alla classifica emersa dallo studio, queste sono le conoscenze ritenute più importanti: “Alfabetizzazione tecnologica”, “controllo della qualità” e “curiosità e apprendimento continuo” (nella graduatoria trovano spazio anche “pensiero analitico”, “pensiero creativo” e “motivazione e consapevolezza di sé”). “Le persone mostrano grande confidenza con l’AI, ma la loro esperienza si limita per lo più all’utilizzo di ChatGpt”, ha commentato Torrisi presentando i risultati della ricerca. “Il vissuto dell’AI è generalmente molto positivo e se ne colgono maggiormente le aree di opportunità che di rischio; tra le aree di competenza emergono come chiave per la trasformazione digitale la digital literacy e la capacità di decodifica delle informazioni fornite dall’AI”.

Una nuova piattaforma di digital learning

Tutti i dati dello studio hanno condotto a ragionare in merito al cambio di paradigma nell’ambito della formazione attraverso le piattaforme digitali (per il formatore e per l’utente). Come spiegato da Michele Bianchi, Responsabile AI e Tech di Futureberry e Chief Operating Officer di Cosmo, rispetto a chi fruisce dei contenuti emerge che il nuovo orientamento va nella direzione “aspettative istantanee” con la formazione che dalla modalità push passa a quella pull (l’utente che cerca i contenuti nel momento in cui gli servono). Inoltre la ‘nuova’ formazione si orienta sulle specifiche necessità del singolo e non più su quelle dei cosiddetti ‘gruppi omogenei” di persone. In merito a chi eroga formazione, invece, il cambiamento riguarda la necessità di aggiornare costantemente i contenuti, nell’ottica di “surfare il momento”; inoltre il formatore deve passare dal fare le domande a capire che cosa le persone provano per poi fornire un’adeguata risposta alle reali esigenze.

Da queste premesse è quindi nato Cosmo (“Il nome è nato nella nostra sala riunioni ‘Spazio’ e siccome vogliamo guardare al futuro, ci piaceva l’idea di andare all’esplorazione della galassia”, ha ammesso Torrisi). L’idea risale alla primavera del 2023, ma sono state numerose le tappe che hanno permesso alla soluzione di arrivare al mercato (ottobre 2024): lo studio dei principi di design (giugno 2023), la prototipazione (settembre 2023), il testing (dicembre 2023-febbraio 2024), il fine tuning (aprile 2024), lo studio sulla customer experience (giugno 2024), lo sviluppo (luglio 2024) e il product fit research (settembre 2024).

Alla base del funzionamento del tool c’è la volontà dei suoi creatori di evitare che ci siano “allucinazioni” rispetto ai contenuti formativi. Quante volte, infatti, ci è stato detto che internet è una grande risorsa di formazione? Ma chi ci assicura che i contenuti siano davvero validi? Per questo motivo, Futureberry ha costruito la knowledge base di Cosmo utilizzando i suoi contenuti che si affiancano a quelli messi a disposizione dell’azienda che acquista il tool e da quelli di terze parti, certificati però dalla società di consulenza: si tratta di mappe concettuali, testi, video e audio. A fronte della profilazione dell’utente – attraverso le interazioni, gli interessi e il ruolo, oltre ai dati di fruizione dei contenuti – il sistema, tramite un sistema di AI proprietario, genera contenuti custom che riflettono lo stile personale di apprendimento e propone l’interazione in real time con un tutor di AI Generativa, con cui si dialoga in linguaggio naturale.

È proprio questa la vera particolarità del tool, che si differenzia dalle altre soluzioni di digital learning: attraverso le interazioni con il tutor, il sistema – utilizzando un modello elaborato da Futureberry – è in grado di analizzare il grado di comprensione dell’utente rispetto a una particolare tematica e quindi il suo livello di apprendimento. È dalle diverse modalità di dialogo con l’AI Gen (l’utente può cercare solo risposte; può chiedere di condividere scenari; può confrontarsi con il sistema come se fosse un collega…) che si ottengono gli insight utili per monitorare lo sviluppo professionale delle persone, per intercettare i loro bisogni formativi e per individuare il gap formativo dell’azienda. Queste informazioni sono anche particolarmente utili per la Direzione del Personale che, in questo modo, monitora gli effettivi risultati della formazione.

In attesa della sua presentazione ufficiale al mercato, gli sviluppatori della training platform hanno già in serbo ulteriori novità. Per esempio è prevista integrazione con la formazione live per proporre un’esperienza phigytal (si prevede l’introduzione dal 2025). Intanto sono numerosi i casi di applicazione immaginati per Cosmo: la formazione per lo sviluppo delle competenze hard e soft; la facilitazione dei processi di onboarding; la comunicazione interna; il tutoring one to one. Ma questo è solo l’inizio.

Scritto da Dario Colombo